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Marvel Legacy – Cosa succede? (Attenzione Spoiler)

Dopo la fortuna dell’operazione Rinascita in casa DC, anche la Marvel si è decisa a restituire al proprio universo un volto più fedele a quello originario: è così che nasce Legacy (che significa, appunto, eredità), il nuovo evento della Casa delle Idee che coinvolgerà tutte le testate riportandole alla numerazione originale. Panini Comics propone la storia che fa da apripista a questa rivoluzione nel tipico brossurato Marvel Miniserie, con una speciale copertina apribile (ma ne offre anche una versione cartonata che include le origini di tutti gli eroi Marvel e diverso materiale speciale, per un totale di più di 250 pp). Ai testi troviamo il celebre Jason Aaron (suo il recente, strepitoso ciclo su Doctor Strange) e alle matite Esad Ribic e Steve McNiven (famoso per aver disegnato Civil War), coadiuvati dai disegnatori delle serie regolari di tutti gli eroi che compaiono nell’albo (Samnee, Dauterman, Maleev, McGuinness, Immonen & Von Grawbadger, Larraz, Cheung, Acuna, Land & Leisten, Deodato Jr., Marquez)  

  • Titolo: Marvel Legacy (Marvel Miniserie 200);
  • Autore: Jason Aaron, Esad Ribic, Steve McNiven e vv;
  • Editore: Panini Comics;
  • Formato: 17 x 26, brossurato, a colori;
  • Pagine: 56;
  • Prezzo: 3,50€.

        Prima vignetta. Prima didascalia: “Un milione di anni fa. Terra. Età della pietra”. Nessun Marvel fan avrebbe mai potuto pensare di leggere queste parole in apertura ad un crossover dei propri eroi preferiti: eppure in una manciata di pagine, oltre ad Odino,compaiono la Fenice, Pantera Nera, Starbrand, Doctor Strange, Iron Fist e Ghost Rider, rigorosamente in versione preistorica, intenti a fronteggiare un Celestiale impazzito che smuove furiosamente quintali di terra. Non sapremo quale sarà l’esito dello scontro, perché sul più bello Robbie Reyes, l’ospite dello Spirito della Vendetta, si sveglia rivelando la natura fittizia (?) di quella curiosa visione. Ma come ha fatto a finire a Cape Town? E perché Starbrand lo attacca? Cosa sta succedendo? Ecco, sicuramente non si avrà una risposta chiara a questa domanda anche a lettura ultimata, perché per tutte le pagine di questo albo inusuale saremo sballottolati da una situazione all’altra, nel presente del Marvel Universe, a riprendere le fila delle vicende dei più celebri eroi della Terra: Da Ironheart alla potente Thor, da Ben Grimm e Johnny Storm a Deadpool; non mancano poi colpi di scena, come la ricomparsa di Logan o la scomparsa del corpo di Tony Stark (si è ridestato?). Insomma, c’è veramente tanta carne al fuoco per sole 50 pagine: d’altra parte lo stesso Aaron ha dichiarato come quest’albo abbia una funzione meramente introduttiva. Si fa un po’ il punto della situazione sui Legacy Heroes e sulla loro controparte classica, gettando allo stesso tempo le basi per qualcosa di nuovo, che però è solamente accennato.

Sappiamo che uno dei regali visir asgardiani, il cui compito è prevedere il futuro, ha visto qualcosa di così tremendo da togliersi la vita, prima di annunciare che: “Mangog sta arrivando”. Abbiamo un tentativo di furto da parte del malvagio Loki di una gemma (GEMMA, non pietra, per favore!) dell’infinito, che però viene intercettata da Logan; due archeologi che, esplorando una grotta antichissima le cui pareti recano misteriose incisioni che sembrano raffigurare i loghi di Starbrand,della Pantera Nera, dell’Occhio di Agamotto, della Fenice e di Ghost Rider, fanno una brutta fine per la colossale mano di un Celestiale (lo stesso delle prime pagine?) che li ghermisce. Qualcosa si intuisce ma i tasselli sono ovviamente troppo pochi per risolvere il mistero. E questa è solo parte dei numerosi eventi che segnano queste poche decine di pagine: viene da sorprendersi per come il buon Aaron abbia potuto trovare modo e spazio di inserire anche un po’ di sano umorismo (la birra in fresco nell’uomo delle nevi e il dialogo dei due agenti dello S.H.I.E.L.D. all’ultimo giorno di mandato mi hanno fatto davvero ridere). Non si può ancora dire, dunque, se l’operazione di restyling sarà riuscita o meno, ma probabilmente dopo Civil War II e Secret Empire le cose non potranno che migliorare. Tuttavia, nonostante le capacità di Aaron e la sua esplicita idea di preparare una sorta di Intro, mi sarei aspettato almeno il triplo delle pagine per sviscerare con calma tanta sostanza: immagino che per un lettore di nuova data sarebbe complicato partire da zero con un albo del genere (almeno nella versione brossurata; a costoro si potrebbe quindi consigliare di investire nel cartonato) e anche ai vecchi fan potrebbe venire un po’ di mal di mare per i continui passaggi tenuti insieme solo dal collante poco efficace di una serie di frasi (non sempre) ad effetto della voce narrante. D’altra parte, è una vera gioia per gli occhi vedere addensate in queste pagine i disegni di così tanti tra i più grandi maestri dell’era Marvel contemporanea: il cambio di stile, per quanto brusco, è straniante solo in un paio di circostanze. Una nota di merito particolare va ai colori di Matthew Wilson (che ha collaborato, tra gli altri, con Remender e prestato i suoi servigi a Waid e Samnee per Daredevil), premiato con un Eisner Award nel 2017. Per il resto, soltanto i prossimi mesi sapranno dirci se i numerosi spunti seminati per l’albo sapranno produrre dei frutti saporiti. Recensione by Francesco Rugarli

Tag: gemme dell'infinito, ghost rider, jason Aaron, Loki, marvel comics, Marvel Legacy, ribic, starbrand

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